LE METAFORE DEL DIARIO ARTIFICIALE

Dal momento che il Web può essere considerato un medium in tutta pienezza, è naturale chiedersi come esso venga “concettualizzato” dalla società, ovvero quali metafore concettuali siano utilizzate per descrivere questo “spazio” di informazione. 

Pertanto punto di partenza di questo studio sarà l’analisi del linguaggio metaforico usato in riferimento al computer e ad Internet. Alla luce dei recenti risultati conseguiti dalla linguistica cognitiva nel campo della metafora, assume particolare importanza l'idea del COMPUTER COME UOMO e INTERNET COME SOCIETÀ, ed entrando nel particolare e nel concetto di diario artificiale si può giungere alla formulazione della seguente metafora

IL COMPUTER COME DIARIO E INTERNET COME COLORO CHE HANNO LA POSSIBILITA' DI LEGGERE IL PROPRIO DIARIO PERSONALE, OVVERO COME POSSIBILI INTERLOCUTORI DEL PROPRIO DIARIO.

Per molti, infatti, il calcolatore non è altro che una estensione dell’essere umano, e di conseguenza la Rete, risultata dalla connessione di più COMPUTER (uomini), non può che essere considerata il suo SPAZIO SOCIALE . La Rete è di fatto un luogo fisico in cui non sembra esistere alcuna differenza tra mondo reale e mondo virtuale, sarà anche per questo che il diario artificiale è così diffuso ai giorni nostri?




Con l’arricchirsi delle funzionalità dei computer si passa a metafore che si basano sulla costruzione di uno spazio virtuale, che dapprima riproduce il contesto di un ufficio (scrivaniacartellecestino, ecc.) e azioni semplici (“tagliare e incollare”), e poi, specie con l’avvento di Internet, si estende a metafore più allargate ed eterogenee (il Web, il surfing, il browsing, gli “album di fotografie”, i “cinguettii”, …). Questo uso pervasivo delle metafore, originato nella cosiddetta User Interface e poi allargato appunto anche a servizi come Facebook e Twitter, ovviamente si estende anche al linguaggio scritto (e parlato) della comunicazione tra utenti, che come abbiamo visto ne viene profondamente connotato.

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